Come faccio a sapere se un’azienda è sana? Come faccio ad evitare brutte sorprese?

Un buon commercialista analizzerebbe subito i bilanci: lo stato patrimoniale e il conto economico.
Un avvocato andrebbe a guardare il registro protesti e chiederebbe, alla Camera di Commercio, una visura societaria.
Una persona comune navigherebbe su Internet per cercare informazioni e recensioni.
Tuttavia, da un lato, i bilanci possono essere manovrati, la componente sociale non dice molto sugli intenti fraudolenti degli amministratori e i feedback sul web possono essere falsi. Chi si chiede allora come sapere se un’azienda è sana dovrà raccogliere tutti questi elementi per poter costruire un’identità quanto più corrispondente al reale del soggetto giuridico che ha dinanzi. Ecco allora alcuni suggerimenti pratici.

Come sapere se l’azienda davvero esiste
Può sembrare banale, ma il fatto di avere dinanzi un soggetto che si qualifica come azienda non è una garanzia della sua effettiva esistenza. Le truffe, specie sul web, sono assai numerose. Sicché, sarà bene fare una verifica relativa alla sua regolare iscrizione all’Ufficio delle Imprese. In questo caso, sarà sufficiente una ricerca sull’impresa per denominazione, oppure per partita Iva, Codice Fiscale o Rea.

Analisi dei bilanci per sapere se un’azienda è sana
Il primo dato da cui partire, per quanto tecnico possa essere, è il bilancio della società. Ci sono alcuni indici da tenere in considerazione. Si può partire dallo stato patrimoniale e verificare il patrimonio sociale, le immobilizzazioni (come immobili) e soprattutto il capitale versato. Quest’ultimo dato ci dice quant’è il valore delle somme conferite dai soci. Una società con un capitale alto è solitamente più affidabile di una con un capitale al minimo (esistono anche Srl con un capitale di 1 euro soltanto).
Dallo stato patrimoniale, bisognerà poi passare al conto economico che ci dice qual è il flusso di cassa: spese e ricavi, con i corrispondenti guadagni. Il conto economico ci dice quali sono i corrispettivi derivanti dalla cessione dei beni o dalle prestazioni di servizi alla cui produzione o scambio è diretta l’attività d’impresa. Una società che vende poco è solitamente meno affidabile di una che ha un alto ricambio.
In questa sede non possiamo addentrarci in quelli che sono i dati tecnici dei documenti contabili.
Alla Camera di commercio è comunque possibile vedere se la società ha, come di dovere, depositato i bilanci e tutte le componenti di questi.
Le informazioni desunte dal bilancio consentono di determinare il rating aziendale, un indice dell’affidabilità creditizia di un’impresa.

Analisi della componente sociale
Un altro fattore che serve a capire se un’azienda è sana deriva dalla lettura della visura societaria che può richiedere chiunque – anche telematicamente – alla Camera di Commercio. Da questa è possibile sapere quanti sono i soci, le loro identità e l’età.
Una società di persone molto giovani può essere poco affidabile per mancanza di esperienza. Ma lo è anche una di persone in età pensionabile poiché, spesso, si tratta di prestanomi usati da altri soggetti che non vogliono rischiare.
È sempre meglio una società con molti soci che una unipersonale.
Anche l’identità dei soci e dell’amministratore può essere un elemento importante per comprendere qualcosa in più della società. A volte, l’amministratore è un extracomunitario utilizzato come “parafulmine”. Anche la stessa residenza di quest’ultima figura ci può dire molto: un amministratore che dimora in una città diversa da quella ove è situata la sede dell’azienda ci fa comprendere che potrebbe essere una figura “di comodo”.

La visura protesti
Un ottimo elemento per comprendere se una società è sana e affidabile è richiedere, sempre alla Camera di Commercio, una visura protesti sia in capo alla società che ai singoli soci. Il protesto viene elevato quando un assegno o una cambiale non sono onorati. Il protesto dell’assegno ci dice, in particolare, che sul conto corrente non ci sono fondi per onorare i debiti. È vero che si tratta di fatti riferiti al passato, ma non contribuiscono certo a dare all’azienda una buona reputazione.

La Pec
Ogni azienda deve avere una Pec che deve aprire e leggere quotidianamente. Dal registro Ini-Pec disponibile sul web è possibile ricavare tale informazione. Un’azienda non munita di posta elettronica certificata non rispetta la legge e, probabilmente, sta scappando da creditori e fisco.

Informazioni sul web
Le recensioni sul web sono un elemento fondamentale: l’esperienza dei clienti è lo specchio della serietà di un’azienda. Ma molto spesso i feedback vengono pilotati. Così, sarà bene partire proprio dalle recensioni più critiche per poi analizzare quelle positive. Una recensione troppo dettagliata e descrittiva potrebbe essere il frutto di un falso, proprio perché acquistata. Di solito, le recensioni effettive si risolvono in poche e semplici parole.
Il sito Internet dell’azienda è un ulteriore tassello che si può aggiungere al mosaico: in esso va indicata la sede sociale, la partita Iva, il numero di registrazione alla Camera di Commercio, il capitale versato dai soci. Sono di certo più affidabili le società che mettono in chiaro un numero di telefono per il contatto con i clienti, che contengono una completa informativa sulla privacy, che – in ossequio alla legge – avvisano i clienti del diritto di recesso, che accettano pagamenti con PayPal. Perché proprio PayPal? Perché tra tutti i circuiti bancari è quello che consente di aprire contestazioni anche a pagamento già avvenuto e ottenere indietro i propri soldi. Un’azienda che non ha nulla da nascondere o perdere accetterà pagamenti anche con PayPal.

Il registro fallimenti
In tribunale, esiste un registro che racchiude tutte le domande di fallimento presentate nei confronti di persone fisiche (imprenditori individuali) e aziende (società). A volte, queste procedure si chiudono perché il debitore non possiede i requisiti soggettivi per fallire o perché riesce a pagare, all’ultimo momento, i creditori procedenti. Tuttavia, nei vecchi registri cartacei, resta ancora traccia delle istanze di fallimento depositate in passato. Un’analisi di tali dati ci dirà quindi se un’azienda ha avuto problemi con i propri creditori.

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